L’invito a scrivere un racconto che ha come argomento principale il cibo, i piaceri della tavola, l’amore e la passione mi ha, in un primo tempo, lasciata indifferente …
Certo, io amo molto la cucina, mi piace cucinare e sono soprattutto una “buona forchetta”. Un piacere, quello della buona tavola, che negli anni ha dato i suoi frutti … ho messo su dieci chili di troppo !
Do’ la colpa all’età, al metabolismo ormai sballato ma, ad essere sincera, non posso che ammettere i miei frequenti e un po’ sregolati peccati di gola.
La mia storia finirebbe qui se un grande amore della mia vita, la mia passione per l’ India, non mi avesse indotta a parlare di cibo, dei piaceri della tavola e di amore che, in quel Paese, sono vivi e attuali come non mai.
Il mio primo viaggio in India, ormai lontano nel tempo, mi ha fatto conoscere e apprezzare una cucina eccezionale, piccante, saporita e talmente varia da farmi credere che la tanto celebrata “fame in India” altro non fosse se non una leggenda metropolitana. Sono tornata in India tante e tante volte, non più solo per turismo ma per conoscere da vicino e in modo approfondito un mondo che mi attrae e mi affascina sempre di più.
Ho conosciuto l’ India più vera, quella arcaica, rurale, quella degli Adivasi, i primitivi, le popolazioni autoctone che vivono nella foresta, ai margini della società, gli ultimi tra gli ultimi …
Ho visto da vicino la loro povertà e la fame dei bambini.
Le malattie che da noi si curano senza troppi problemi là sono pressoché incurabili, la mortalità infantile è ancora alta e non certo per arretratezza della sanità indiana ma solo per la povertà endemica che affligge la popolazione più povera, per la mancanza di denaro per poter consultare un medico e di conseguenza comprare le medicine necessarie, per la enorme distanza dalla “civiltà” , ovvero l’ospedale più vicino, e per la malnutrizione che contribuisce a peggiorare la loro già precaria esistenza. Oltre a tutto ciò questi bambini non possono frequentare la scuola … troppo lontana o addirittura inesistente.
L’ India è un paese di enormi contrasti: ricchezze favolose, incalzante progresso tecnologico e povertà da incubo …
Non potevo guardare indifferente tanti bambini laceri, malnutriti e senza prospettive di miglioramento per una vita futura.
Ho fatto e ho chiesto di aiutarmi a fare … Alcuni non mi hanno sentita ma la maggioranza mi ha dato una mano. Una scuola, iniziata nel 2005, ha dato i primi diplomi di scuola primaria, ora si fa qualcosa per altri. Ho raccolto migliaia di indumenti usati per i bambini, tanti pacchi sono stati spediti e tanto ho portato personalmente. Durante una grande festa tutto è stato distribuito ai bambini.
Per le bambine ho provveduto personalmente, ho cucito più di 200 vestitini allegri e colorati che sono stati accolti con gioia dalle bambine e con altrettanta soddisfazione e gratitudine dalle loro mamme.
E qui arrivano i piaceri della tavola !
Al ristorante “ La cascina” di Arona è stata organizzata una cena benefica e parte del ricavato ha aiutato a “ riempire i pancini vuoti “ dei bambini del villaggio di Kundarpura. La cena è stata, come di consueto, ottima, la compagnia allegra e generosa. L’ospitalità e la disponibilità di Sabrina e Carlo, encomiabile.
Ecco come il buon cibo, una cena conviviale, dispone gli animi all’amicizia e alla generosità.
Altre iniziative analoghe, sempre al Ristorante La Cascina, hanno permesso di assicurare “ colazioni nutrienti e sostanziose” ai più bisognosi.
Un GRAZIE sentito a tutti e… Buon Appetito !
roberto (mercoledì, 03 agosto 2011 14:48)
mi piace !!