Già pensare alla stagione piovosa non avrebbe fatto altro che affossare l' umore in maniera pressochè indigesto..... comunque sarebbe finita anche quella.....
Non ci sarebbe stato un reale motivo, plausibile e giustificabile per sfidare la pioggia e uscire per mangiare, magari all'aperto e non rinchiusi in un luogo angusto e scarsamente illuminato ( per tanto che molti lo ritenessero molto “intimo” ).
Comunque era deciso, ci si sarebbe andati tutti, pioggia o non pioggia, decisione presa a larga maggioranza – e quando mai?? - con la recondita speranza di un improvviso mutare del meteo.
E in effetti, sarà stata la fiducia nella buona sorte, sarà stata una volta tanto un po' di fortuna, i primi raggi di sole cominciavano da lontano a far capolino tra le nuvole ancora cariche di pioggia.
Vuoi la tarda primavera mutevole, vuoi che andasse proprio così, tempo pochi minuti e la pioggia lasciò il posto ad un vento dannatamente freddo che sparava ancora gocce d'acqua addosso senza remore, ma per lo meno non si poteva che sperare in un certo miglioramento.
“ Un po' di fortuna una buona volta??” le altre la guardarono come se non si fosse resa conto di aver pensato ad alta voce ma ebbero il buongusto di non farglielo notare........
Scampagnata....... scampagnata dopo un temporale del genere... ma perché? E poi di strada da fare ce n'era parecchia, come se di prati non ce ne fossero più se non LI'.
Eppure il tempo migliorava rapidamente, il suo umore proprio no, il fatto che fosse partito tutto da lei di sicuro non aiutava il suo pessimo umore, ma ormai c'era e per quel briciolo d'orgoglio che la distingueva, non si sarebbe di sicuro messa a fare storie. Non pubblicamente, almeno...
Si disse che sarebbe rimasta il minimo indispensabile a non mancare di rispetto alle altre, che non immaginavano minimamente cosa le frullasse per la testa, soprattutto grazie al suo dissimulare così bene il suo essere malmostosa di natura.
I passi si susseguivano senza misura, un po' come venivano.... non c'era un passo, un'andatura da mantenere, semplicemente quando si sarebbe giunti al tanto agognato prato ci si sarebbe fermati per dare il via al banchetto. Senza fretta, tanto era presto e di tempo per prepararsi all'abbuffata ne sarebbe avanzato parecchio.... abbuffata...... possibile che il voler riempirsi di cibo sia sempre visto ed espresso con una parola quasi sgradevole? In fin dei conti il riempirsi fino a scoppiare è uno dei pochi piaceri della vita e se il pasto sarebbe stato al' altezza della giornata che si stava profilando dopo tutti quei giorni di pioggia insistente , fredda e fitta, allora sarebbe giustamente il caso di inventarsi una parola ancor più sgradevole alle orecchie per definire tutto quell'ingurgitare cibo, oh sì, “abbuffata” non era abbastanza!
Si voltarono a guardarla e si accorse che i loro sguardi erano un misto di approvazione e contentezza: quel solo formulare pensieri stupidi e giochi semantici, tutti attorno alla parola “abbuffata” già sollevarono il suo umore tanto da farlo trasparire.
Metereopatica? Sì, forse..... umorale di sicuro! Ma se le cose fossero migliorate di sicuro il gruppo ne avrebbe solamente tratto un debito vantaggio, visto che fino a quel momento il suo umore galleggiava come un ferro da stiro, rischiando di tirare a fondo l' umore delle altre.
“ Aiutati che il Ciel ti aiuta” , mai frase più azzeccata, le nuvole c'erano ancora ma ormai la minaccia che potevano rappresentare era minima, trascurabile e l' umore migliorava sempre più, e inoltre tutto quel camminare le stava facendo venire un certo languore! L'idea di potersi lasciar andare ai piaceri del cibo, con una giornata del genere alle porte aiutava... aiutava eccome... finalmente si sarebbe potuta dire soddisfatta di sé e della decisione di portare le sue compagne in un posto tanto “in” ed esclusivo come QUEL prato. Finalmente sorrideva anche se non lo si sarebbe mai visto chiaramente, l'orgoglio, stramaledetto orgoglio! E a cosa serviva poi?forse non lo sapeva neppure lei ma era complicata, dannatamente complicata tanto da chiedersi se magari un “aiutino” non le avesse fatto bene
Ma si rassicurava da sé, il sole, l'aria frizzante, l'erba bagnata e l'aspettativa di ciò che le aspettava... tutto le diceva che era sufficiente.
E il languore diventava fame! Fame vera e propria.. dopotutto era da parecchio che si inerpicavano per raggiungere lo stramaledetto prato e già le sembrava di vederlo poco distante.. ma in fin dei conti le distese erbose si assomigliano tutte, no?
Altro che somigliarsi tutte! Erano arrivate, finalmente... solo che era presto, prima del previsto.
Meno male che l' essere rapita da tutti quei pensieri assolutamente inutili le alleviarono la noia del tragitto, fatto già tante volte da risultare quasi istintivo ( macchè quasi, era proprio istintivo!), era nata lì vicino, ci aveva passato tutto il tempo della sua infanzia e poco era cambiato, qualche albero non c'era più, e alcuni nuovi avevano col tempo , modificato il paesaggio in maniera impercettibile, ma il fatto di essere una del posto le aveva permesso di assimilare quei cambiamenti in maniera impercettibile, come se avessero fatto parte della sua vita.
Decisero di fermarsi un attimo, giusto per guardarsi intorno... scoprirono di non aver mai apprezzato la vista che si godeva da QUEL prato. Bastava sporgersi un po' verso lo strapiombo per ammirare la vista che si apriva sui laghi e da lì sì che si vedevano bene! Un paio di arbusti che delimitavano la parte più alta del prato che nascondevano alla vista erano già completamente gemmati e da lì a qualche settimana sarebbero stati carichi di frutti piccoli e dolci di un bel rosso acceso, con l' unico problema da provocare un po' di disturbi di carattere enterogastrico... ma buoni da morire!
Ti invogliava a tornarci, magari ad estate inoltrata, con tutti quei colori, quei profumi, quella sensazione di essere più che mai lontani dalla città...
Già, la città... poco lontana ma abbastanza vicina che al solo pensiero il suo umore ballerino inciampò nel ricordo di quel dedalo di strade e viuzze congestionate da individui che nemmeno ti salutano quando li incroci.... comunque l' importante adesso era essere lì e godersela finché fosse stato possibile
Guardando lontano, verso le rive dei laghi si potevano osservare le sagome indistinte dei canguri che si andavano ad abbeverare, consci del fatto che un coccodrillo sarebbe stato pronto ad afferrarli e a trascinarli sotto per saziare la sua fame. Ma quel problema non le tangeva assolutamente, non erano in un luogo pericoloso, e men che mai un coccodrillo sarebbe passato da quelle parti, troppo “in” QUEL prato! I pericoli potevano essere altri, ma non i coccodrilli!
Qualcuna diede il via alle danze cominciando preparare il posto più adatto a stendersi in prossimità dell'albero che più prometteva bene.
Frutta! Si comincia con un bell'antipasto di frutta! La brezza portava i profumi di quella primavera alle porte e non solo. Le sembrò di percepire anche un forte odore di cane bagnato, terra e muffa... strani scherzi dell'olfatto.... ma oramai non ci faceva più caso, c'era frutta fresca e saporita da saziare un esercito!
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Uscì fuori senza nemmeno preoccuparsi di eventuali problemi, ingenerati dalla fretta ma soprattutto dalla fame!! aveva l' acquolina in bocca, non gli sarebbe rimasto che affidarsi al naso, l'avrebbe condotto al cibo senza problemi! ( e quando mai?? ) per terra tutto bagnato ma non era un problema, bastava fare un po' di attenzione a non scivolare, farsi male è un attimo a guarire ci va parecchio tempo....
Si incamminò di buon passo ma senza strafare, la fame era prepotente ma il buonsenso gli diceva di andare con calma: nel giro di poco si sarebbe potuto strafogare e non aveva torto, davanti a lui si presentava un banchetto tutt'altro che risibile! Non doveva far altro che avvicinarsi e servirsi, nonostante gli fosse chiaro come il sole che finalmente si faceva più deciso intiepidendo l' aria.
Si avventò famelico su tutto quel ben di Dio che sembrava messo lì apposta per lui, non badò affatto a chi gli si faceva addosso, si limitò a far piazza pulita di tutto quello che aveva davanti al naso, con una fame proprio cattiva, il digiuno forzato fa brutti scherzi!
Già non pensava più alla strada fatta per arrivare fin lì, quei sapori tanto cari e familiari giustificavano appieno tutti i passi, uno dopo l'altro!
Chi lo avesse osservato da un po' di passi di distanza avrebbe apprezzato il suo socchiudere gli occhi ad ogni boccone, estasiato da quella sensazione di sazietà che sembrava non arrivare mai.
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Quel misto di frutta, verdura e quant'altro ci fosse da divorare non le aveva fatto scordare quegli odori che si erano insinuati letteralmente tra i profumi che adesso sentiva sprigionarsi ad ogni morso.... un po' per volta si acuirono ma sembrava sentirli solo lei.. e col vento che girava ad ogni occasione non riusciva nemmeno a farsi un'idea della direzione di provenienza, sembrava che tutto intorno emanasse quell'odore, quel misto di cane bagnato terra e muffa.
Non era abbastanza istruita per saperlo identificare con certezza, la disturbava e parecchio. Le sue compagne non sembravano da meno, sì, avevano un' aria meno serena del solito , ma sembrava importasse solo a lei. Le trasmetteva una sensazione di ansia, non sapeva come spiegarlo, ma diventava sempre più forte, più si intensificava quell'odore, più l' ansia cresceva.
Fu proprio una frazione di secondo, l'ansia si trasformò in terrore, che nella stessa frazione di secondo contagiò tutte. Le prime ad essere prese quasi non se ne resero conto, avevano ancora la frutta tra le mascelle. A lei e le sue “amiche” toccò un istante dopo e poi fu tutto buio.
Avrebbe dovuto pensare a qualcosa, ma la paura la faceva da padrona.
Riuscì solo a pensare alla mattinata cominciata così bene....
Tutto quel camminare, tutto quel cibo.... tutto sparito. Il sole, l'aria, la primavera che stava arrivando e non aveva nemmeno avuto il tempo di gustarsi appieno tutto quel ben di Dio che il banchetto poteva offrire! Se solo avesse seguito il suo istinto, quella stramaledetta mattina l' avrebbe passata lavorando come tutti gli altri giorni, faceva l'operaia ma le bastava, sembrava proprio nata per farlo, anzi, lo era. E a banchetto finito avrebbe dovuto cominciare la sua spola, come sempre.
Ma non quella mattina, quella mattina no, quella mattina sarebbe finito tutto.
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Si ingozzava su quel buffet, senza rendersene conto si ingozzava senza pensare a moglie e figli che aspettavano a casa.... casa, un Buco di casa! Il pensiero gli balenò nella testa e smise un attimo di ingozzarsi, lo colpì come uno schiaffo a mano aperta.
Si alzò in piedi, cercando di capire se quella leggerezza gli potesse costare cara, si girò da una parte e dall'altra come per sincerarsi che tutto andasse bene.
Poi fischiò.
Dal Buco fuoriuscirono quattro musetti con gli occhi vispi e l' aria parecchio guardinga e come uscirono rientrarono. Un attimo dopo uscì chi di solito si doveva occupare di loro e cominciò ad annusare l' aria.
Nel frattempo si girò per seguire la scia di formiche che partiva da tutta quella frutta e scompariva tra l'erba alta. Fischiò di nuovo mentre si incamminava verso il formicaio, ben sapendo che l'aver interrotto il banchetto delle formiche le avrebbe messe in allarme.
Fischiò ancora e finalmente vide spuntare venti paia di zampe che portavano a spasso stomaci alquanto brontolanti che si unirono al suo trotterellare in direzione del formicaio.
Era valsa la pena spostare tutta la famiglia in QUEL prato, così “in”, così riservato, così abbondante di cibo e così tranquillo... l'erba abbastanza alta da offrire riparo dai rapaci e crescere i piccoli in tutta tranquillità...
“chissà cosa pensano le formiche quando le mangiamo, papà? “
socchiuse di nuovo gli occhi - beata ingenuità - le formiche NON pensano!!
Zia Lety (venerdì, 23 settembre 2011 10:12)
Secondo me .... un po' troppo lungo e difficile da seguire..... Mi piace molto la scrittura ma nel complesso non mi ha soddisfatta
Francesca (venerdì, 09 settembre 2011 12:05)
mi piace! molto carino!
Miky (giovedì, 01 settembre 2011 13:09)
mi piaceee!
lucia (giovedì, 01 settembre 2011 12:26)
E' si beata ingenuità, mi piace