La pizza di mio padre aveva qualcosa di speciale, di magico.
Arrivavo appena al di sopra del tavolo con il naso, e da lì osservavo il rito.
Lo annunciava il giorno prima chiedendo a mia madre di comprare gli ingredienti necessari: farina, lievito di birra, pomodori pelati, mozzarella, basilico, gorgonzola e prosciutto cotto. In casa non mancava mai dell’ottimo olio di oliva, dell’origano, sale e zucchero.
Iniziava ad impastare nel tardo pomeriggio. La farina scendeva dal pacchetto a formare un vulcano dal largo cratere, nel quale mio padre lasciava scivolare il lievito sciolto in mezza tazza di acqua rigorosamente tiepida, con l’aggiunta di un pizzico di zucchero. La forchetta allora con ritmici movimenti circolari andava ad amalgamare farina acqua e lievito. Poca farina di volta in volta conquistata dalle pareti del vulcano si immergeva nel liquido e un colpo di forchetta dopo l’altro andava a formare la palla di pasta.
Con due dita staccava la pasta rimasta sulla forchetta, ed ora erano le sue mani a plasmarla, trasmettendole il loro calore, i muscoli delle braccia guizzavano sotto quei movimenti ritmici. Le sue mani infarinate sbattevano poi l’impasto sul tavolo e ancora lo impastavano allungandolo e riportandolo alla forma iniziale. “la pasta la gà de sentì el calur di man per ves bona, e te ghet de impastala a lung, insci guarda” , e mi mostrava come destreggiarsi con l’impasto. “Quand la taca più i man alura l’è el mument de metela a ripusà, in una bacinela visin a la stua cunt un strasc umid desuravia”. Dicendo questo adagiava la palla di pasta in una terrina, la copriva con uno strofinaccio umido e la poneva vicino alla stufa affinchè lievitasse. Passava del tempo che a me sembrava interminabile, poi finalmente sentivo: ”ven chì che ades te me det una man”. Eravamo in molti in famiglia e a turno eravamo chiamati ad assistere il grande capo.
Aspettavo il mio turno con trepidazione, era il mio momento, potevo tagliare la mozzarella a fettine ed adagiarla sopra la pasta stesa con il mattarello da mio padre sulla quale aveva versato alcuni cucchiai di pomodoro condito con olio di oliva, sale e origano. Questa era la versione semplice per me, a mia madre piaceva con il prosciutto e i miei innumerevoli fratelli amavano la versione con il gorgonzola. Mio anche il compito di farcire la pizza con i vari ingredienti, compito di cui andavo fiera, mi faceva sentire importante, parte integrante del mio nucleo famigliare.
Il forno a gas, precedentemente acceso al massimo della sua potenza, era pronto ad ospitare le nostre pizze, ora c’era solo d’aspettare. Mio padre di tanto in tanto valutava sapientemente il grado di cottura ed estraendo la teglia dal forno, sollevava la pizza per verificare la doratura della parte inferiore.
Quando il profumo della cottura quasi ultimata invadeva l’aria colpiva ad uno ad uno tutti i sensi:riempendo gentilmente le narici evoca sensazioni familiari, ricordava il lato bello delle cose, sapeva di unione, di serata passate assieme serenamente senza pretese, con il solo desiderio esaudito di genuinità, in tutti i sensi.
Le papille gustative si preparano ad assaporare quello che promette l’olfatto, che cattura anche l’aroma del basilico fresco. Foglie recise da poco andranno a coronare la pizza.
Lo sguardo allora corre alla porta del forno, ci si porta la mano alla fronte per schermare il riverbero della luce che si infrange sul vetro, e la vediamo. Pasta di pane dorata, mozzarella sciolta al punto giusto, l’olio che frigge appena nella salsa di pomodoro, ne sentiamo impercettibile lo sfrigolio.
Quando poi una volta in tavola ognuno avrà il suo pezzo sul piatto, dopo i primi tagli fatti con coltello e forchetta per non scottarsi le dita, ecco che anche il tatto viene coinvolto. Le dita si ungeranno un po’ ma che importa, bello sentirne la consistenza, portare quella meraviglia alla bocca con le mani.
Ed ogni volta c’era qualcuno che, incapace di resistere alla tentazione, addentava il proprio pezzo ancora bollente, ustionandosi ora la lingua ora il palato, imprecando garbatamente contro la propria ingordigia.
I più grandi sorseggiavano fresca birra dalla bianca schiuma, per noi piccoli eccezionalmente coca cola, nell’aria semplice ed incomparabile armonia.
Momenti unici, inesauribili fonti di serenità alle quali attingere nei momenti bui della vita.
monica p. (martedì, 27 settembre 2011 15:06)
mi piace moltissimo!!!!
luca m. (martedì, 27 settembre 2011 14:04)
mi piace!!!!!!
Paola (martedì, 27 settembre 2011 12:13)
Mi Piace!!!!
sandro (lunedì, 26 settembre 2011 16:32)
Mi piace assai.
sonia (giovedì, 08 settembre 2011 00:10)
mi piace, brava!!
Laura G. (mercoledì, 31 agosto 2011 23:27)
MI PIACE DAVVERO!!!!
Nel leggerlo era come essere lì...bellissime sensazioni.
Non sono i miei ricordi,ma se Bruna me lo concede...da oggi saranno un po' anche i miei ^_^
Emanuele Provenzano (mercoledì, 31 agosto 2011 22:24)
Bellissimi ricordi di gioventù ! ! ! ! e bellissimo poterli raccontare ! ! ! !
MI PIACE.
lucia (mercoledì, 31 agosto 2011 21:23)
Momenti unici da attingere nei momenti bui della vita.
Mi piace tanto
Sabrina (mercoledì, 31 agosto 2011 21:03)
semplice ma sincero, come la Bru. MI PIACE
Eros Radice (mercoledì, 31 agosto 2011 16:59)
Mi piace tanto. Sia il racconto.......sia la pizza !
Sabrina della Cascina (domenica, 28 agosto 2011 20:27)
aggiungo io MI PIACE al commento n°11 di Fio
ricordatevi di mettere oltre al commento la dicitura MI PIACE, è importante !!
Fio (domenica, 28 agosto 2011 20:15)
Che bella emozione leggere !!!!!!
Luca M. (domenica, 28 agosto 2011 19:32)
Mi piace!!!!!!
massimo (martedì, 23 agosto 2011 23:49)
mi piace. bello
Rita Feurra (martedì, 23 agosto 2011 20:05)
MI PIACE!complimementi Bruni!!!
Riccardo Bussandri (martedì, 23 agosto 2011 19:40)
MI PIACE !!! complimenti è bellissimo !!!
Laura (martedì, 23 agosto 2011 17:17)
Mi piace ... non smettere di allietarci con altri racconti
Gabri Guanciale (martedì, 23 agosto 2011 16:25)
MI PIACE....molto bella...da divulgare come molti altri tuoi scritti direi :)
Stefano Fabietti (sabato, 30 luglio 2011 10:08)
MI PIACE.
Semplicemente incantevole.........Bruna sei grande.
Sabrina della Cascina (venerdì, 29 luglio 2011 19:16)
aggiungo io MI PIACE al commento n. 2 di Paola De Battisti come ho già fatto ad altri che si sono dimenticati, immagino che sia sorella di Bruna, me ne assumo tutto le responsabilità.
grazie di sostenere questa iniziativa
Paola De Battisti (venerdì, 29 luglio 2011 15:42)
Conosco quell'Incanto..!
Maura Giannotti (venerdì, 29 luglio 2011 15:02)
MI PIACE